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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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Credevo fosse facile

Sono partita più di un anno fa credendo di archiviare la mia vita italiana in una valigia.
Sono partita dopo aver fatto pace con gli immutabili vizi della mia patria, ma con quella tregua che si concede a qualcuno con cui non si vuole più avere a che fare.
Sono partita carica di pregiudizi sul mio popolo, con gli occhi puntati verso una terra che caricavo di pregi e sogni da realizzare.
Poi sono arrivata oltreoceano, nella terra che una volta offriva un sacco di possibilità e che adesso odia gli immigrati che portano via il lavoro ai canadesi.
Sono arrivata nella terra dove non solo il clima è freddo, ma pure la gente, se non la conosci.
Sono andata a vedere i concerti dei Bon Jovi, che come prima cosa mi hanno detto che sì, non c'è niente di male a tornare a casa.

Nella terra dei Bar Sport

Che stessi tornando a casa lo si capisce già in aeroporto ad Amsterdam, dove i numerosi italiani e soprattutto veneti presenti... parlano. Sì, parlano. Dopo un anno in una terra dove tutti si ignorano, concentrati sui loro gioiellini tecnologici, e dove nessuno ti rivolge manco uno sguardo in metropolitana, mi trovo circondata da persone che parlano. Per niente, per lo più. Perché gli italiani sono tuttologi, si sa. Loro sanno a che velocità partirà l'aereo, sanno tra quanti anni Venezia affonderà definitivamente, sanno che temperatura c'è a 5.000 metri, sanno che rotta farà l'aereo e qual è quella strada che si vede adesso proprio adesso dal finestrino. L'unica cosa che non si chiedono è: a chi gliene frega una ceppola, di queste informazioni?! Certo non a me, che devo sorbirmi 2 ore di volo dopo 24 insonni sentendo fior fior d'idiozie a 20000 decibel.