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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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Diario di Viaggio 1 - La vigilia (quello che lascio)

Mancano poche ore all'aereo che mi porterà di là dell'oceano, pochi minuti alla puntata della mia fiction preferita, che vedrò stasera per l'ultima volta. E' stato un periodo di ultimi saluti e di ultime volte, qualche volta consapevoli molto più spesso inconsapevoli. Ovviamente, come ogni volta prima di voltare la pagina del mio scrap-book mentale, faccio un po' un bilancio di ciò che lascio e di ciò che mi porto dietro.
Lascio la mia città e i suoi ricordi. Ricordi belli e ricordi brutti, di una città vicina unica al mondo, e per questo così difficile da accettare, perché quando sei piccola pensi che tutti i bambini del mondo vivano vicino a una città di palafitte. Poi vedi le altre città e scopri che sono molto più simili a dove vivi tu, lì oltre il ponte, in terraferma. E allora adori Venezia con tutti i suoi difetti e odi Mestre con tutto il cuore. Oggi però posso dire di aver fatto pace. Pace col tram, coi ratti, con il Marzenego che puzza, con le ZTL assurde e la puzza di smog. Ma pace anche con l'odore del tramonto, dell'erba bagnata e del galletto... con le albe a S.Giuliano, con i parchi, le riviere. Porto via un po' di foto digitali, e tante, tantissime mentali archiviate dietro le mie palpebre: quando chiudo gli occhi, partono le slides.
Lascio una casa dove ho riso, pianto, amato, studiato, litigato. Ma della quale saluto sempre i muri, ogni volta che parto.
Lascio i miei tantissimi peluches. Swettie l'orso bianco seduto, Klappar l'ippopotamo, Quack la papera, Placidia la gallina. Da piccola davo la buonanotte a tutti i miei "1792" peluches (non che li avessi mai contati, era una stima per difetto). Da simil-adulta ho sempre dato la buonanotte a due di loro, Musetto-Nero-Clergygirl, la foca monaca, e Musetto-Grigio-Rabbie, la lepre. Perché erano i due di Hamleys', lì sul comodino a ricordarmi sempre che fuori da tutto ciò che mi stava stretto, dal lavoro che non sopportavo, c'erano altre sfide, altre opportunità, altri mondi possibili.
Lascio le sfide perse e quelle vinte, lascio le soddisfazioni e le delusioni, e mi porto dietro quello che mi hanno insegnato. Lascio le persone che ne valevano la pena, e quelle con cui ho perso tempo. Mi porto dietro la consapevolezza di aver dato quello che potevo, e qualcuno non saprà mai quello che si è perso.
Lascio le persone che mi amano, ma porterò con me i sorrisi, gli abbracci, l'amore che mi daranno sempre ovunque saremo, la forza che mi dà sapere di contare così tanto quanto contano loro per me.
Mi porto la voglia di raccontare, di vivere, di osservare, di sentire la vita che mi scorre nelle vene. E anche la paura, perché come dice Gogo "fa parte del gioco, è giusto che ti caghi addosso."
So che tornerò diversa, spero molto migliore, spero di portarmi via, al mio ritorno almeno la metà in più dei bagagli mentali che sto impacchettando ora.
La valigia è pronta, è tempo di chiudere il pc. E di accendere un'ultima volta la tv italiana, che almeno quella non mi mancherà.

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