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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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DdV 10 - Waka Waka fever

30 giorni fa più o meno, io ballavo davanti al pc cercando d'imparare le mosse sinuose di Shakira. La nonna Holly invece chiamava a casa: "scolta qua, ma a ti te funsiona ben a teevision?! Aaaaahhhh bèèèènn pòòòò, mi go sto ronzio continuo come se ghe fusse e mosche, par altro!! E perché pò no vedo Totti?? E come mai i se suga e man su pal cueo, che no xe gnanca educato?!" È cominciata la Coppa del Mondo, e la nonna è tarata sulla versione CT nazionale, col problema degli infortuni e delle fastidiosissime vuvuzelas, le trombette sudafricane.
Io invece esploro Corso Italia in cerca di un posto dove guardare la prima partita, armata di tricolore comprato qui e di tanta -mal riposta- fiducia nella nostra Nazionale. Evito il primo bar sport locale, gremito di anziani esaltati che cantano a squarciagola "Gloria" come se fosse l'inno. Mi siedo invece in una gelateria, dove ordino il gelato e osservo la variegata clientela. C'è la famiglia del proprietario, il quale parla esclusivamente dialetto (credo calabrese), e i cui nipoti rispondono in perfetto canadese, pur comprendendo la sua parlata; ci sono ragazze avvenenti chiaramente sudamericane, con la maglietta azzurra e il mito -mal riposto pure questo, ormai- del macho italiano da rimorchiare; il ragazzo nato in Canada ma con la maglietta che declama, con i caratteri de "Il Padrino": "La Coppa è Nostra"; i ragazzini di 15 anni con la sagoma di cartone di Buffon a grandezza naturale (e quando Buffon s'infortuna, lo sconforto è diffuso); i quarantenni che si chiedono come mai non abbia portato Baggio... quale Baggio??! Nessuno canta l'inno, tranne me che mi sento un po' osservata, e dubito anche che lo sappiano, ma alla fine scatta l'applauso d'incoraggiamento. Incoraggiamento inutile, come ben sappiamo, che si trasforma presto nella frustrazione dell'anziano capostipite che picchia col cappello il plasma, quando compare Lippi. Io mi consolo con l'arrivo di due strafighi canadesi, che tifano Italia "per simpatia"... almeno l'occhio c'ha la sua parte!
All'ultima partita contro la Slovacchia, torno nella stessa gelateria per quella strana scaramanzia tutta italiana dell' "anche se è andata male, non si sa mai che se cambio posto vada pure peggio" e trovo posto solo fuori, con una temperatura tropicale... ma per l'Italia questo ed altro! Attacco bottone con i miei vicini, affascinati dalla mia provenienza e dal fatto che Venezia non sia ancora affondata, e mi dilungo in spiegazioni tecniche sui motivi per cui Cassano e Balotelli non sono stati convocati... come se me ne intendessi, tra l'altro! A metà partita, un tram si ferma in mezzo all'incrocio e l'autista scende per sapere cosa sta facendo l'Italia, bloccando il traffico nel frattempo. Purtroppo la partita va come sappiamo, e ce ne torniamo a casa mogi mogi, mentre le bancarelle improvvisate che spuntano ad ogni angolo di strada cominciano a vendere bandiere olandesi e tedesche al posto di quelle italiane... sì, forse è meglio. Chi mi incrocia per strada e vede la bandiera italiana mi fa le condoglianze, neanche fosse morto qualcuno, mentre altri mi fermano per chiedermi cosa ci è successo... magari lo chiedo alla nonna e vi so dire.
MM e altri abitanti della zona sono molto felici della sconfitta dell'Italia, un po' per un'atavica antipatia calcistica per il nostro modo di giocare, un po' perché la capacità italiana di bloccare le strade per i caroselli è ben nota. Quattro anni fa mezza polizia di Toronto era impegnata a deviare il traffico causa esultanza italiana. Neanche gli altri latini scherzano, comunque: i portoghesi hanno creato 6 km di coda in tutte le direzioni per il passaggio del turno, con bandiere da finestrino, bandiere da cofano, e chi più ne ha più ne metta. Adesso che il Mondiale è finito, e gli spagnoli festeggiano il primo titolo della loro storia, i tram praticamente non corrono, e alcuni partecipano ai caroselli; tra l'altro, tutti i tifosi che ho visto erano asiatici... melting pot o una scusa per cuccare?! Chi lo sa! Comunque si chiude il sipario sul Mondiale più triste della storia italiana, il più felice della vicina penisola iberica, il Mondiale del polpo Paul che ha predetto tutti i risultati, il Mondiale delle vuvuzelas che vantano un'orchestra sinfonica, e il Mondiale del Waka Waka, che alla fine non è più servito imparare perché non c'era nulla da festeggiare... appuntamento tra quattro anni, o se vogliamo credere alla scaramanzia, appuntamento direttamente tra venti, con l'erede di Buffon al posto del bellissimo (a dire di molte) Casillas, sul tetto del mondo.

1 commento:

  1. Io voto Navas, altro che Casillas! I mondiali in Canada però devono essere davvero stati un'esperienza mistica. Voglio venire anch'io lì!!!

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