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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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1 su 3 mesi negli USA: il lavoro

Partiamo dal presupposto che, con le politiche attuali (ma anche passate), le possibilità per me di trovare lavoro negli USA non esistono. L'unica opzione sarebbe quella di sposarmi, e al momento non è plausibile.
E quindi, che si fa? Mi godo tre mesi in California, hai detto niente! No, non è il mio unico obbiettivo. Nick in questo periodo lavora le 8 ore al giorno standard in ufficio, che non te lo aspetteresti, perciò io ho accesso al suo ufficio a casa, e ne approfitto! Oltre a dare qualche lezione via Skype ai miei studenti "storici" di Libellula, ho un paio di altri progetti in ballo.
Intanto sto di nuovo collaborando col magico mondo di LinkedIn Learning (dove già sono pubblicati due miei corsi in inglese), questa volta per un corso in SPAGNOLO!! E quindi, sto anche impiegando un po' di tempo a rinfrescare mi español!
Poi, ho lanciato da poco il mio sito per lezioni di lingua e letteratura inglese per gli studenti del liceo italiani: Luna C - Literature Coach. Ma in pratica, come funziona? In pratica, i poveri liceali che devono sorbirsi un intero programma di storia e letteratura inglese, potranno studiare con l'aiuto dei miei video-tutorial su YouTube per ogni argomento, e poi aggiungere ore di lezione via Skype con me e simulazioni di verifica!
Perciò in queste settimane sono stata super impegnata a creare il sito, a promuoverlo sui social, ma soprattutto a creare le presentazioni e a registrare i video per ogni argomento, da Chaucer a Whitman passando per Enrico VIII° e le sue sei mogli!! L'impresa è rendere leggeri e interessanti questi argomenti, che certe volte sono davvero pesanti.
Prevedo che mi aspetteranno altri due mesi intensi, tra español e English!




1 su 3 mesi negli USA: i trasporti


L'America - e qui sì, mi sento di generalizzare - non è stata costruita per le persone, ma per le macchine.
Specialmente quando si esce dalle città principali, l'auto è l'unico mezzo di trasporto a disposizione, anche in uno stato "green" come la California.
A questo proposito, sono rimasta sconvolta all'arrivo a Los Angeles: l'autista della navetta ci ha avvisati che a partire da agosto non trasporteranno più clienti con bagagli più grandi di un trolley. Perché? Perché l'aeroporto ha stabilito che da agosto in poi avranno accesso all'aeroporto solo autobus e navette diesel, a metano o elettrici; delle due ditte che forniscono il servizio navetta, una ha dichiarato il fallimento e l'altra - la nostra - ha acquistato una flotta di pulmini elettrici molto più piccoli di quelli attuali.
Bici e monociclo
Ora, a livello teorico il provvedimento è molto green in partenza; ma costringerà persone come me ad arrivare in aeroporto con la macchina o col taxi, perciò cos'hanno risolto? Nulla. In Italia ci saremmo aspettati una soluzione alternativa, un servizio navetta pubblico per esempio, ma in California è tutto normale, lo stato non deve intervenire in questioni del genere.
E così ci ritroviamo con autostrade a cinque corsie che procedono a passo d'uomo, esattamente come avete visto in "La-la-land," girato proprio qui.
I taxi esistono, ma sono molto più comuni Uber e Lyft, con tutte le preoccupazioni del caso quando ad utilizzarli sono donne sole, soprattutto di notte: ci sono quotidiane storie agghiaccianti di stupri e violenze varie.
E il trasporto pubblico? Abbiamo preso il treno per andare a San Diego, e il comfort è simile a un Italo o Freccia in Italia, con la differenza che si possono ancora acquistare biglietti senza il posto riservato, perciò da un certo punto in poi c'era gente in piedi e seduta in corridoio, come ai vecchi tempi in Italia (o come nei treni regionali ancora oggi!).
Ho preso l'autobus una volta, per andare a comprare la bicicletta. Intanto, tutti gli autobus hanno una rastrelliera davanti, dove poter collocare la bici se serve; poi, si sale solo davanti e si paga il biglietto al momento, oppure si scansiona la tessera dell'abbonamento. Per prenotare la fermata bisogna tirare un cordoncino che corre lungo tutto l'autobus, e per scendere bisogna mettere il piede sullo scalino altrimenti la porta non si apre (rendendo praticamente impossibile la salita da quella porta). Se serve la pedana per le sedie a rotelle, viene fatta scendere dalla porta davanti.
Ciò detto, la differenza sostanziale che ho notato sull'autobus è che chi lo usa è solitamente individuabile per età o status sociale: troppo giovane, troppo anziano, o troppo infermo per guidare la macchina; non abbastanza benestante da avere una macchina, ma non così povero da non poter pagare il biglietto dell'autobus.
Come detto, il mio tragitto in autobus mi ha portata ad acquistare la bici che ho ribattezzato "BoliDiamond," in un negozio / officina dove riparano vecchie biciclette e poi le rivendono a gente come me. Da lì ho affrontato il primo tragitto in bicicletta, 45 minuti circa fino a casa. Per andare in bici qui ci vuole coraggio!
Ci sono piste ciclabili? Sì, ma sono poche quelle separate fisicamente dalla strada; la maggior parte sono semplicemente pitturate sulle corsie, e in alcuni casi le bici possono "utilizzare l'intera corsia" pregando tutti i Santi del Paradiso che nessuna macchina le travolga! Nelle superstrade a volte la pista ciclabile è pitturata di verde per essere più visibile, ed è in mezzo alle corsie di macchine... in piena sicurezza insomma! Inutile dire che, da brava italiana, corro sul marciapiede il più delle volte!
E non è che la situazione sia molto più favorevole, sui marciapiedi. Ci sono intere zone residenziali dove i marciapiedi non sono larghi abbastanza non solo per me in bicicletta, ma neanche per mamme col passeggino o persone in sedia a rotelle! In poche parole, nessuno cammina qui (in una città dove la temperatura oscilla tra i 17 e i 25 gradi tutto l'anno).
Luna e BoliDiamond
Una sera siamo usciti per andare a piedi a un ristorante, e mi sono resa conto che le vetrine dei negozi non sono decorate, e addirittura molte non hanno neanche il nome dell'attività, o è piccolissimo in un angolo. Perché? Perché nessuno cammina, perciò nessuno vedrebbe quelle decorazioni o quei nomi dalle macchine. Se c'è qualche insegna, è abbastanza grande da essere vista dalla macchina, e l'ingresso principale delle attività e dei ristoranti dà sul parcheggio.
Perfino gli attraversamenti pedonali non sono automatici: se è rosso per le macchine, non scatta il verde per i pedoni a meno che qualcuno non lo richieda premendo il pulsante; le macchine possono sempre svoltare a destra, anche col semaforo rosso... in definitiva bisogna avere mille occhi quando si è pedoni o ciclisti!





1 su 3 mesi negli USA: il cibo

Sono in California da oltre un mese, e no, non sono ingrassata, anzi, ho perso chili.
Ma come?? Con tutte quelle schifezze che mangiate lì?!
Beh, un attimo. Vediamo di fare una panoramica. Gli USA sono un Paese molto esteso e molto variegato, come si può immaginare. La California in particolare è un'area felice, dal punto di vista gastronomico: frutta e verdura locali non mancano, c'è una forte coscienza vegana / vegetariana / ambientalista e cibo tipico di molti Paesi del mondo, in particolare cibo messicano vista la vicinanza.
Certo, questo discorso è valido soprattutto per chi se lo può permettere; una caratteristica della California è infatti il costo della vita (il più alto negli USA), che influisce anche sul cibo e costringe le fasce meno abbienti a mangiare cibo scadente ai fast-food.

Tra i ristoranti etnici che preferiamo ci sono il sushi (no, non "all you can eat", roba seria!), il greco, il messicano, il brasiliano e il BBQ coreano (questi sì, "all you can eat," e il secondo è una cosa indescrivibile da quanto è buono).
Certo, anch'io ho provato la mia dose di schifezze: il "Philly cheese steak" fritto, il corn-dog (che è buono, devo dire), i mac&cheese (anche questi buoni purtroppo, ma soprattutto con l'aggiunta di qualche proteina) e via dicendo. Però siamo a dieta, e quindi cerchiamo di bilanciare i valori nutrizionali; io ho un problema con gli zuccheri (strano, chi l'avrebbe detto) che sono abbondantissimi in tutto, mentre Nick ha un problema coi grassi, anche quelli presenti un po' ovunque.

Ci dilettiamo a cucinare nuove e vecchie ricette, bilanciando sempre le proteine i carboidrati e i grassi, che bravi! E allora via di pasta con sugo, zucchine e gamberetti; cavoletti di Bruxelles al forno; lonza di maiale; quesadillas col pollo o i gamberi, col formaggio light e la guacamole fatta in casa. E poi anche qualche sgarro, come la pasta con crema di pomodorini e gamberi.

Abbiamo anche provato varie versioni dell'impossible burger, ovvero l'hamburger vegetariano che imita alla perfezione il gusto della carne; vale la pena provarlo, ma ha una percentuale di grassi improponibile e al supermercato costa un occhio!

Poi ovviamente, l'altra piaga sono le bibite zuccherate: a parte l'occasionale Starbucks, ai ristoranti di solito ci limitiamo a bere acqua (ghiacciata e gratuita), con grande stupore dei camerieri, il più delle volte.

E infine, a proposito di camerieri, l'esperienza di andare a mangiare fuori è molto diversa rispetto all'Italia: i camerieri passano mille volte per chiedere se va tutto bene, per poi portare il conto prima ancora che tu abbia finito, perché hanno urgenza di liberare il tavolo per ricevere altre mance.
Già, la mancia del 15-20% è obbligatoria ovunque, che ci vuoi fare!

1 su 3 mesi negli USA: il tempo libero



Rispetto a prima di partire, ho molto più tempo libero - a volte non ci sono abituata!

Intanto, abbiamo trascorso i primi giorni di questa avventura americana a San Diego, durante il (o la??) Comic-Con.
Cos'è?? Immaginate una fiera professionale con partecipanti da tutto il mondo, con seminari, conferenze, incontri, vendita di prodotti etc etc. Ecco, questo è il Comic-Con, e l'argomento sono i fumetti e i telefilm. Quindi c'è un centro convegni (che occupa circa 10 isolati, na robetta da niente) che al piano terra ospita centinaia di stand dove vengono venduti fumetti, souvenir, disegni, gadget legati ai fumetti; metà del piano terra e tutto il primo piano sono invece occupati dalle sale conferenze, dove vengono tenuti gli attesissimi "panel" (conferenze) delle varie serie tv e film.
Quando dico attesissimi, intendo che alcune decine di fan si accampano fuori dal centro convegni con tende e sacchi a pelo la notte prima, mentre le altre migliaia (perché in una sala conferenze ci stanno 7000 persone) arrivano a qualche ora della mattina, per conferenze che possono iniziare anche diverse ore dopo.
Io in compenso, non avendo il biglietto per entrare nel centro convegni, mi sono divertita ad esplorare le attività esterne, dato che molte reti televisive organizzano attività gratuite per promuovere i loro telefilm.
Per quanto riguarda Ventura, invece, oltre alla classica cena fuori e cinema (rigorosamente muovendosi in macchina, ovviamente!), siamo stati un paio di volte alla "county fair" che sarebbe una specie di sagra. La differenza sta nelle dimensioni - gigantesche rispetto ad una nostra sagra -, nel prezzo del biglietto - che in Italia proprio non c'è - e nell'intrattenimento. A parte avere un vero e proprio luna park a disposizione, ogni sera c'era un concerto diverso, ma non di cover band come in Italia, bensì di gruppi e cantanti abbastanza famosi... come dire i Pooh, per dare un'idea.
E abbiamo perfino provato l'ebbrezza di salire su uno scuolabus-navetta, all'andata e anche al ritorno!!
Esplorando i dintorni A PIEDI, ho scovato una bellissima libreria di seconda mano, perfino con libri antichi, come non ne esistono quasi più. Ho comprato il primo libro della serie "Outlander" e conto di finirlo entro il prossimo mese, dato che trascorro diverse ore al sole in giardino a leggere.
Poi ovviamente ci sono le uscite con BoliDiamond, la mia bici, per andare a fare la spesa oppure per svago, a pedalare in riva all'oceano - conto di organizzarci presto per andare in spiaggia, oltre che al mercato del pesce fresco!
Proprio con BoliDiamond qualche giorno fa ho partecipato ad una gita con un gruppo di cicliste alla scoperta delle piante locali e delle loro proprietà curative. Abbiamo anche visitato l'orto botanico, che sorge su una collina con vista sull'oceano, una meraviglia! E pensare che era stato distrutto all'80% dagli incendi, ma grazie ai volontari e alle donazioni è stato presto ripristinato quasi del tutto.
Non vedo l'ora di continuare le mie esplorazioni, prossime destinazioni: Portland e Seattle!