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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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(A colazione dalla nonna) L'ispirazione

-Nonna ma tu come hai fatto a decidere il tuo futuro?
Poco da fare, a me le domande semplici e normali proprio non venivano, ma per fortuna la nonna mi dava corda.

-Non c'era molto da decidere, ai miei tempi, ma perché me lo chiedi? Ciao Gianni!

Fece, salutando un signore che io conoscevo come "Gianni figlio del tabaccaio". Stavamo facendo una delle nostre passeggiate primaverili al sole cocente rinfrescato dalla brezza della laguna, e il mio pensiero era tutto per il tema da consegnare a metà settimana: "A chi ti ispiri per il tuo futuro?" Non che non avessi una risposta pronta, ma il dubbio sorgeva dall'ambiguità della domanda: dovevo trovare un unico modello oppure potevo metterli tutti e cinque, i Power Rangers?! No perché se dovevo sceglierne uno, quale qualità fare prevalere? La potenza del rosso-tirannosauro, l'astuzia del bianco-tigre, la calma e possenza del nero-mammut... insomma, proprio non capivo come scegliere la qualità più importante per il mio futuro!
Lo dissi alla nonna, che come da par suo non battè ciglio e rifletté a lungo sulla domanda, il tempo di salutare Monica figlia del callegher, Roberto figlio del pasticcere, Paola con la mamma Elisa moglie del Professore. Sì, nonna "la maestra" conosceva proprio tutti. Arrivammo al bar del Campo, ci sedemmo e nonna ordinò il solito spritz per lei e succo per me.
-È una domanda interessante. Come scegliere il tuo futuro. Beh, certo tu di scelta ne hai fin troppa, ai miei tempi non ce n'era così tanta, da dove venivi si capiva dove saresti dovuta andare.
-E a te piaceva dove saresti dovuta andare?
-No, ma non c'è niente di strano. Chiunque con un minimo di pensiero autonomo non avrebbe accettato le regole imposte dalla società.
-Non dovevi sposare nonno?
Nonno, "l'Americano" con la maiuscola, dallo sguardo buono e ingenuo che mi guardava dalle foto e che non avevo mai conosciuto.
Nonna sorrise: -Beh diciamo che non rientrava esattamente nei canoni del tempo, ma era ricco di famiglia, e questo bastò ai tuoi bisnonni per non obiettare troppo a lungo. Grazie, Matteo!
Fece, ringraziando il cameriere... sì, conosceva proprio tutti.
Non sapevo molto del nonno, solo che era giunto da oltreoceano e si era innamorato perdutamente della nonna, ricambiato, e che avevano più o meno imposto il loro amore alla famiglia di lei. A patto che quella di lui uscisse di scena, e infatti mia nonna non li conobbe mai. I motivi di questo ostracismo mi erano ancora ignoti.
-Ma basta che pensi a Monica, Roberto e Paola. Come li ho conosciuti, lo sai?
-Perché abitavi qui?
-Tante persone abitano qui e nemmeno si salutano, no, ti racconto com'è successo.
La mia famiglia mi aveva educata da ragazza perbene, sapevo tenere casa pulire stirare cucinare cucire ed essere una brava moglie. Quello che mi mancava era un buon partito da sposare, e quello era ciò che la società aveva deciso per me. Poi è arrivato nonno.
-Non era un buon partito?
-O Signore, no! Con quei capelli lunghi e spettinati, l'italiano approssimativo e i modi yankee? No, proprio per niente. E fu così che me ne innamorai. Mi parlava dell'America, delle praterie, dei barbecue perfino! E mi diceva quanto fortunata fossi io a vivere qui, ti immagini? E poi mi parlava di Shakespeare, e mi citava i versi a memoria...
-Uhm.... chi è?
-Il più grande poeta inglese, vergogna! Per la prossima settimana impari due sonetti e me li reciti!
Tiè, pure i compiti per casa, mi beccavo dalla nonna. Uffa.
-Insomma, mi conquistò col suo entusiasmo e la passione per il suo lavoro. Nonno era falegname, lo sapevi sì? Il primo regalo che mi fece fu un quadretto da appendere in camera con la scritta "I love you". Sai, vita mia, l'inglese non distingue tra voler bene e amare, sono più pratici.
-È così che hai imparato l'inglese?
-Ah ecco dove volevo arrivare. Sì, tuo nonno me l'ha insegnato, con grande orrore dei tuoi bisnonni che la consideravano la lingua del diavolo. Ma a me piaceva, e così dopo averla imparata bene volli insegnarla.
-È per questo che ti chiamano "la maestra"?
-Sì, bravissima. Ma mia mamma non voleva vedermi lavorare, ero una ragazza perbene! Così dovetti farlo di nascosto, e cominciai a dar lezioni ai bambini che a scuola studiavano l'inglese da poco oppure solo francese. Per mia mamma, ero solo una brava donna di casa moglie e madre. Per tutti gli altri ero "la maestra". Per questo conosco tutti quegli ex-bambini.
-Ma perché lo facevi? Non eri ricca abbastanza?
La nonna sorrise di nuovo: -Sì vita mia, soldi ne avevo, ma ero povera d'altro. Ero povera d'ispirazione, ero povera di quella passione che tuo nonno aveva in abbondanza in tutto ciò che faceva. L'idea d'insegnare e di dare a qualcuno degli strumenti in più per avere una scelta più ampia in futuro, mi riempiva di una gioia che non ti so descrivere. Prendi Roberto: invece di continuare il mestiere di suo padre e di suo nonno, decise di studiare e fare l'avvocato. E così molti altri dei miei studenti, e a me piace pensare di averli aiutati ad ampliare i loro orizzonti e trovare la loro vera passione, senza adagiarsi sui piani già scritti per loro. Le loro mamme non lo sapevano, ma loro con me non imparavano la grammatica, imparavano a parlare in inglese. E tutti poi hanno viaggiato, sono andati a Londra a vedere quei quattro capelloni.. come si chiamavano..
-I Beatles?!
-Sì esatto, anche tua mamma è andata, che tempi, che patemi d'animo! Ma era giusto così, anche se gli altri genitori non erano molto contenti. Allora io preparavo dei finti test di grammatica da portare a casa e mostrare ai genitori, e il resto del tempo lo passavamo a parlare in inglese! E quando tornava nonno, fingeva di non capire l'italiano! Quante risate...
-Perciò bisogna che trovi la mia passione?
-È ancora più semplice: trova ciò a cui appartieni. In qualunque momento della vita, sentiti a casa nel luogo dove sei, sentiti a tuo agio con le persone che hai accanto, ama ciò che fai. Pensa che se ti togliessero una di queste tre cose, non sapresti come vivere senza. Se non lo pensi, preoccupati, vita mia, perché qualcosa non va. Ti ho aiutato col tuo tema?
-Sì nonna, penso di sì!
Quando tornai a casa, scrissi il tema di getto senza neanche un'esitazione.
Non mi ricordo l'intero tema, ma solo l'incipit: "Io per il mio futuro mi ispiro a mia nonna. Questo perché lei è come il Megazord dei Power Rangers: unisce tutte le caratteristiche migliori dei cinque singoli, e anzi è ancora meglio perché è indipendente e non segue gli ordini di nessuno...".

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