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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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DdV 12 - I've seen a million faces, and I rocked them all



Chi non è appassionato dei Bon Jovi può saltare questo post, non ne soffrirà di certo.
Invece Tu, Fedele Lettore che continui a leggere nonostante sappia già l'argomento, ecco la cronaca del secondo concerto di quest'anno, il sesto in assoluto, della rock band più.... più che ci sia.
Il mio pomeriggio comincia con la solita maglia BJ a maniche lunghe -mannaggia a me quella volta!!- un caldo atroce, un hotdog e una bottiglia d'acqua calda al baracchino. Mi avvio al Rogers Centre alle 5.30, ammirando la scultura kitsch che rappresenta dei tifosi che incitano gli atleti, al di sopra dell'entrata. Mi metto in fila al gate, e intanto lo stand della radio locale trasmette canzoni dei BJ a tutto volume, mentre la signora di guardia ci augura buon divertimento. Il palazzetto è enorme, ma sinceramente me lo immaginavo ancora più grande, per essere uno stadio di hockey e baseball. I canadesi sono mitici: invece di mettere un normalissimo terreno di qualunque materiale, hanno coperto il campo con erba finta, che è tra l'altro scomodissima per camminarci. L'età media degli spettatori è incredibilmente alta, con arzilli vecchietti pronti a scatenarsi con le hit anni '80 dei nostri beniamini. Ovviamente non mancano anche le ragazze anni '80, vestite con colori dagli abbinamenti improbabili e leggings attillatissimi di pelle su cosce che sarebbe meglio non esibire con tanta sfrontatezza.
Già con il gruppo di supporto, realizzo di essere, per la prima volta, in una struttura chiusa, invece che in uno stadio o in un'arena. L'acustica è tremenda, i suoni rimbombano e l'eco è insopportabile. Bene, molto bene. Ho modo di approfondire il problema con il secondo performer della serata, Kid Rock. Di lui non so molto, a parte che ha i capelli lunghi e un tatuaggio enorme sulla schiena; che suona rock e metal, con accenni al country; che è superdotato, grazie al video girato durante la storia con Pamela Anderson (che strano, uno scandalo legato alla nostra Pamelona!!). Invece scopro che sul palco Kid Rock spacca, ha una presenza scenica e un'energia da far paura, insulta Britney Spears (qua non facciamo quella merda, qua suoniamo dal vivo!) e infiamma il pubblico con le sue hit più famose ("All summer long", per dirne una), ma è anche capace di ballate country molto più intime come "Picture", in origine un duetto con Sheryl Crow. E finalmente, è l'ora dei Bon Jovi. Di nuovo si sente il jingle "This is our house" e poi si parte. Jon è in piena forma nonostante una caviglia slogata, le donne presenti impazziscono (me compresa), e lui non si fa pregare. "I spend a lot of time in bed, but baby I don't like to sleep, no" canta ammiccando, e poi sorride alle ragazze in prima fila cantando le ballate più famose. L'apertura mi regala una canzone che dal vivo mi mancava, ecco la setlist: Blood on Blood, We Weren't Born to Follow, You Give Love a Bad Name, Born to Be My Baby, Lost Highway, Runaway, It's My Life, I'll Sleep When I'm Dead, We Got It Going On, Bad Medicine/Old Time Rock and Roll (w/Kid Rock), Love's the Only Rule, Lay Your Hands On Me (Richie Vox), Bed of Roses, I'll Be There For You, Something for the Pain, Someday I'll Be Saturday Night, In These Arms, Work for the Working Man, Have a Nice Day, Who Says You Can't Go Home, Keep the Faith. Encore: Always, Wanted Dead or Alive, Livin' on a Prayer
Questa volta quasi mi commuovo, a ripensare a quanta acqua è passata sotto i ponti dalla prima volta che ho visto i Bon Jovi dal vivo, nel drammatico concerto del 2001 a Padova che in molti ricordano con disgusto. Era prima dell'11 settembre, per dirne una. E adesso sono qua, chi l'avrebbe detto?! Esco dal Rogers Centre con le orecchie tappate, il sorriso sul volto e fuori ritrovo lo stand della radio che trasmette ancora le canzoni dei Bon Jovi. Mentre attraverso il ponte per andare a prendere il tram e tornare a casa, canto insieme ad altre migliaia di persone "Livin' on a prayer", mentre lo stand abbassa appositamente il volume per sentire le nostre voci. "Take my hand, we'll make it I swear... we're livin' on a prayer" cantiamo in coro, e torniamo alle nostre vite. Fino al prossimo concerto.

1 commento:

  1. Questo concerto è stata una cosa epica, per te, davvero! :) Sembri me con Franco...

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