Welcome, to wherever you are

I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

(For the English version click here)

DdV 17 - Il laccio delle scarpe

"The people you've touched,
the way you've touched them
I hope they've touched you too,
'cause in this life it's hard to tell
what's false and what is true."

Non mi ricordo quanti anni avevo, forse cinque o sei, forse quattro addirittura. Inseguivo Ma' come un'ombra, laccio alla mano, implorandola di insegnarmi a farmi il nodo alle scarpe.
E passavo ore a bloccarle il sangue del braccio per esercitarmi, mentre Gogo e Pa' cercavano d'insegnarmi la tecnica in teoria, con la loro logica prettamente maschile ("prendi il laccio, lo giri, poi infili la cima dentro il buco e tiri dall'altra parte".... uomini....). Non so se qualcuno dei tre ha memoria di questa fase della mia infanzia, ma certamente non ne ricordano il motivo. Ero in preda al terrore che Ma' morisse da un momento all'altro senza avere il tempo d'insegnarmi a legarmi i lacci delle scarpe (e questo la dice lunga sulla mia fiducia nei metodi didattici dei maschi di casa). Non so dove ho sentito, forse da Freud forse da una puntata di CSI o Criminal Minds, che questa è una fase molto comune per ogni bambino, la paura inconsulta di veder morire i genitori all'improvviso. Quella dei lacci invece era solo una mia fissazione.
Stasera Tat è tornata a casa con gli occhi lucidi, il nodo in gola e una scheda telefonica pronta per sentire il suo ragazzo, il cui padre è morto all'improvviso. Aveva un tumore, ma è morto per un rigurgito dovuto alla chemio. 55 anni. Io ci sono passata, Gogo ci è passato, e a nostro modo entrambi eravamo lontani quando più c'era bisogno di noi. Gogo ha interrotto il suo Erasmus, io sono tornata con il mio allora ragazzo per aiutare con i preparativi per i funerali. E' una di quelle esperienze che non auguri a nessuno, ma che ti insegna più di quello che impari in decenni di scuola. Ti insegna ad essere forte per tutti, a trattenere le lacrime per asciugare quelle degli altri, in attesa del tuo turno per crollare che non arriva mai. Ti insegna il significato della parola "impotenza" e te lo marchia a fuoco nel cuore, nel senso di colpa che -non importa se sei vicino o lontano- ti fa pensare a quanto avresti potuto fare dire cambiare e invece non hai fatto detto cambiato. Ti insegna a riconsiderare la vita, il futuro, i progetti alla luce di quanto accade, perché quando la morte ti colpisce così da vicino inevitabilmente cambia anche la tua vita.
A me ha insegnato ad afferrare ogni opportunità al volo, e ad imparare il più possibile da tutto quello che mi accade e dalle persone che incontro. E se oggi per imparare ad allacciarmi le scarpe posso googlare o wikipediare "laccio scarpe" e sono a posto, per imparare ad apprezzare la vita e a decidere quello che voglio e quello che devo cambiare non ho altra scelta che osservare il mondo, le persone, e me stessa in tutto questo. E ogni giorno, ricordare quello che ho imparato e chi me l'ha insegnato. Intanto, laccio alla mano, comincio a ripassare.

Nessun commento:

Posta un commento