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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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DdV 18 - In excelsis Deo

Non si accettano correzioni sul titolo, considerato che ho speso 2 ore a decidere quale fosse la forma giusta. Se poi le desinenze sono a casaccio, il pensiero è quel che conta.
La giornata inizia parlando di funerali. No, non è colpa del mio atavico pessimismo o della bufera di neve o di qualche altra tragedia, ma solo di scambi interculturali tra me e Toy, la giapponese. Perché se in Italia vige un monotono monoteismo cattolico, in Giappone hanno più fantasia e libertà di pensiero. Infatti quasi tutti sono buddisti. E si vestono di bianco e nero (rosso e giallo sono i colori tibetani), e vegliano il corpo tutta la notte mangiando sushi in compagnia (del morto, s'intende). Poi lo cremano e fanno i funerali al tempio. Si spende l'ira di Dio (no scusa, l'ira di Buddha) per fiori, bara, urna, e nome. Sì, nome. Perché quando qualcuno muore, gli si assegna un nuovo nome. E' il monaco a decidere il nome, in base ai soldi che gli sono stati dati. Poi parliamo di privacy, spiritualità e comportamenti mafiosi. Presente il pizzo??!
Ma la giornata non finisce qui, infatti sono invitata ad un concerto in chiesa in tema natalizio, con musiche di Monteverdi, Palestrina, Vivaldi. Ma' non ha dubbi: "Vivaldi?! Ma certo, suoneranno le quattro stagioni!!" No. E' un concerto natalizio. E infatti son due ore di magnum mysterium, ninna nanna (come se mi servisse...), ode a te probo vir, e poi Vivaldi: il Magnificat e il Salve Regina. Aiuto. Non ero mai stata in una chiesa anglicana... o meglio, non c'ero mai stata se non come turista. I soffitti sono alti, e vabé. I posti ai banchi sono rigorosamente 3 o 4, e lo si capisce dal numero di libri di preghiere nel porta-libri-di-preghiere. Libri che non hanno solo il testo, ma pure lo spartito delle canzoni, che professional. I banchi sono duri come tutti i banchi delle chiese, e accanto ai libri ci sono dei biglietti da poter mettere nell'offertorio: "non dono soldi cash perché sono già sostenitore di questa chiesa con Visa o Mastercard". Ah però. Sempre a proposito di privacy, i donatori vengono elencati in coda al libretto del concerto... in ordine di donazione dal più generoso in giù, ma è normale??! La chiesa è decorata con ghirlande natalizie e alberi di Natale, e dopo qualche minuto di riflessione capisco la stranezza: noi non abbiamo ghirlande, o forse ne mettiamo qualcuna sotto le statue dei Santi; e l'albero è decorazione pagana, per carità!! In compenso, abbiamo chilometri di presepi. Finalmente inizia il concerto, e mi stupisco di gradirlo... più o meno. Ma essendo circondata da spettatori sonnacchiosi quando non addormentati della quinta, mi delizio della mia capacità di resistenza. E mi faccio domande tecniche: perché quello strumento sconosciuto, il theorbo, è così lungo e poco maneggevole? I gorgheggi delle soprano sono improvvisati o Vivaldi l'aveva scritto, "Sulla lu di alleluja gorgheggiare 7 volte la-sol-la-fa-mi-do-si diesis"?? Il Mistero della Fede non era la morte e risurrezione del Cristo (che tra l'altro, a spiegarla a Toy sta storia sembra una puntata di Twilight)?? E allora perché il magnum mysterium di Palestrina è riassunto nel fatto che misteriosamente fu concesso ad un bue e ad un asinello di vedere Nostro Signore? Sono confusa, che Misteri. Nell'intervallo lo Spettatore Dormiente si sveglia a causa degli applausi e con perfetta non-chalance si gira verso di me e comincia a commentare gli aspetti tecnici del coro... STAVI DORMENDO, COSA NE SAI????! Però lo apprezzo in quanto uno dei pochi canadesi -se non l'unico- che comincia una conversazione completamente casuale senza secondi fini. E mi racconta dei Christmas Carol, che sono davvero una tradizione qui, con i cantanti che una volta giravano porta a porta a cantarli a tutti gli abitanti.
Finito il concerto, con un ben augurante "Goodbye, stay warm" del mio nuovo amico, decido d'ignorarlo e di fare una corroborante passeggiata. A -5° di temperatura, che col vento se ne percepiscono solo -12°. E il ghiaccio volante -perché se non nevica come si dice? Ghiaccica?- che mi sferza il viso, mentre ammiro le megaville dietro casa mia. Finalmente arrivo a casa e mi rifugio sotto le coperte, al calduccio. Grazie a Dio.... o al riscaldamento.

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