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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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Upstate Update # 8 - La trasferta perfetta?

La ricetta per la trasferta perfetta da questo buco nero in cui ci troviamo? Prendi Ale, lo fai portare a un'ora da qui, dove noleggerà la macchina, tornerà a prenderci e ce ne andremo in libertà verso Boston, 6 ore di cottura... ehm, macchina. Se poi per caso succedesse che Ale giocando a calcetto si frattura il polso due giorni prima della partenza, lo scenario cambia a "mo' so' cazzi".
Con Mat da un orecchio che ripete "cancelliamo tutto, non ci andiamo" e Ale che un po' si lamenta un po' ripete il mantra "perché non guidate voi?! Perché non guidate voi?", io e Kate la russa troviamo più o meno la soluzione per tutti: si parte in autobus invece che prendere la macchina a noleggio. Il viaggio complessivamente dura 9 ore, come un volo da Venezia a New York, ma finalmente arriviamo a Boston, consegniamo Mat al suo ragazzo e ci avviamo all'ostello, appena tre fermate di metro e dieci minuti di autobus da Boston, fantastico.
L'ostello è una topaia -letteralmente- con un bagno in comune tra due dormitori, 16 persone in tutto, e la porta è chiusa dall'interno: "Ma certo!" fa il proprietario "non avete visto che c'è un filo bianco con un pezzetto metallico attaccato? Quello serve ad aprire la serratura!" E certo, sceme noi scherzi?! Il giorno dopo, visto il bel tempo, ne approfittiamo per esplorare la città -che tanto grande non è, diciamolo pure. Fatta una passeggiata sul lungomare, decidiamo di fare un tour sul bus/papera che ci mostrerà la città per terra e per acqua; la guida nomina personaggi della guerra d'Indipendenza a noi sconosciuti, esalta come straordinaria invenzione locale i parcheggi sotterranei coi giardini sopra e descrive il Big Dig: fino a 20 anni fa, il centro di Boston era dominato da un'autostrada che passava letteralmente in centro città, sopraelevata, coi piloni che oscuravano la luce del sole. Con i lavori del Big Dig, adesso tutta la viabilità in centro è sotterranea e le aree verdi abbondano: peccato che -aggiunge con vergogna- i lavori siano durati 5 volte più del previsto e siano costati 7 volte di più. Avete chiamato ingegneri italiani per caso?
Finito il giro con l'omaggio del becco di papera, moriamo di fame e arranchiamo al primo ristorante italiano che vediamo: possiamo avere una pizza? Certo che sì! Oooopssss scusate, il pizzaiolo si è sbagliato e ve le ha fatte large invece che normal, ma possiamo mettere via quello che avanza!! Ragazzina, mi hai vista?! Ti sembro una che lascia avanzi?! No, e infatti sono l'unica a spazzolare la pizzona. Alquanto appesantiti e assopiti, ci avviamo verso il centro, dove passiamo all'Hard Rock Cafe per qualche souvenir e nel frattempo suonano "Glory Days" seguita da "Livin' on a prayer": un buon segno o un messaggio divino "SCRIVI LA TESI!!!"? Dopo aver bevuto un sorso con Mat, il suo ragazzo e i loro amici ci dirigiamo alla metropolitana: la fermata è all'interno dell'edificio più antico di Boston.... certo, perché mai farci un museo???
Tornata in ostello, la mia compagna di stanza mi chiede qualcosa di sinistro: "hai intenzione di entrare e uscire dalla camera?" ehmmm.... "no perché in caso, lascia la luce accesa che ho visto un topo correre!" UN TOPO?!?!? Ma hai avvisato il proprietario? "Nooo, era un topolino sai!" ok, dillo alla reception grazie!!! Quando esce, rientra un'altra inquilina e la informo subito: "ODDIO!!! Qui?? Un topo??? CHE SCHIFO!!! L'altro giorno l'hanno visto in cucina, MA IN CAMERA NO!!!" Ok, domani niente colazione.
Dopo aver dormito non proprio benissimo, ci aspetta una giornata all'insegna dei musei: prima di tutto c'è l'acquario, con i suoi pesci tropicali, le meduse, le otarie, le razze da accarezzare, i mini pinguini, le mega tartarughe. Siccome parte dell'acquario è in restauro, ci offrono gratis un film IMAX di 45 minuti su come preservare i fondali marini e sulle specie in estinzione, risultato: appena usciti ci fiondiamo al primo ristorante di pesce che troviamo. Missione del film: fallita. Finito il lauto e delizioso pranzo, ci avviamo al museo della scienza ma dobbiamo aspettare di attraversare un ponte levatoio, che si apre proprio quando arriviamo noi, in tempo per le foto! Il secondo museo in un giorno non fa per me, perciò aspetto Ale e Kate giù, dove una scala musicale intrattiene chiunque salga o scenda.
Usciti dal museo, ci avviamo ad un altro luogo culto: Harvard, a poche fermate di metro. Incontriamo fuori dal campus decine di persone travestite che suonano strumenti da banda: ci mischiamo tra la folla (non sembreremo certo i più strani!) ed entriamo nel campus più famoso del mondo, dove però pagano mille dollari meno dei nostri studenti ogni anno. Chiediamo cosa sta succedendo e scopriamo che c'è un festival di bande da strada; appresa questa notizia, torniamo indietro prima di essere arrestati per intrusione e ci dirigiamo alla sterminata libreria, dove spendiamo pochi dollari per un mucchio di libri (compresa la guida stilistica per la mia tesi!!).
Rientrati in ostello dopo un caffè nel vivace quartiere di Cambridge, il giorno seguente ci dividiamo: Ale andrà al museo d'arte e noi a guardare le balene.
È il giorno di Colombo, perciò il tricolore abbonda sulle strade di Boston, e noi -poco vestite per la giornata che ci aspetta- ci avviamo al mega battello che ci porterà al largo per vedere i mammiferi giganti. "Se non li vediamo, vi regaliamo un biglietto valido un anno!" ci assicura l'esperta a bordo "e il tour dura 4 ore, potreste riconsiderare la vostra partecipazione" beh diciamo che se le migliaia di bambini frignanti l'avessero riconsiderata, non ci sarebbe dispiaciuto! Dopo un'ora e mezza (in cui il mio stomaco mi ha ricordato perché bere latte prima di salire in barca NON è una grande idea, tantomeno se si tratta di un frappuccino) l'esperta sbraita "delfiiiiniiiii!!! A sinistraaaaa!!!" al che ci precipitiamo fuori ma non vediamo assolutamente nulla; frustrate, rientriamo nel battello e quando sentiamo "baleeeeneeeee!!! A destraaaaa!" ci prendiamo il nostro tempo, credendo in un nuovo bluff. E invece no, le macchie nere a destra della nave son proprio loro, balene che stavano schiacciando un pisolino probabilmente pensando "quei rompimaroni in barca se ne sono andati, ora del relaaaax!" e invece NO, a riecchice! Notevolmente infastidite, le balene si svegliano, soffiano dal respiratore che non so come si chiama e poi si tuffano per uno spuntino, con la mega coda a favore di obbiettivi. Fatte un bel po' di foto da ogni angolatura, il battello riparte col bambino cinese che canta le canzoni cinesi, quella indiana che piange e quello americano che sta male -quanto ti capisco, piccolo amico!!
La fame sta prendendo il sopravvento, perciò ci fiondiamo in un altro ristorante di pesce, e dopo una lauta... prena? Pranzo+cena? andiamo a far compere da H&M e Victoria's Secret per poi esplorare la vicina piazza con la biblioteca civica -ammazza le biblioteche americane!!!
Torniamo in ostello per l'ultima notte, e mentre mi accingo a coricarmi mi sporgo dal letto a castello e chi ti vedo?! Mr.Topo! "CAZZO c'è un topo!!!" e le due coinquiline americane, come se avessi detto "fuori piove", rispondono "beh che problemi hai? Sei sul letto in alto! E poi forse è andato via... ah no eccolo, ciao topolino!" Al che capisco che non è stata una trasferta, ma un viaggio in una dimensione parallela. Il giorno dopo sono quasi sorpresa di me quando riabbracciando il cuscino penso "bentornata a CASA!"






2 commenti:

  1. Ciao, mi chiamo Lau sono uno studente del master itals XIV di primo livello e nel cercare materiale per la mia tesi mi sono imbattuto nel tuo blog.
    Innanzitutto complimenti per essere stata scelta come lettrice del Mae...vorrei farti alcune domande...
    Io mi trasferirò in Virginia, Norfolk a dicembre, potrò risiedere e lavorare...hai per caso già pensato a continuare la avventura come lettrice? In una scuola pubblica o privata?Te lo chiedo perchè è proprio ciò che voglio fare...

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    1. Ciao Lau :)!
      Prima cosa: non sono lettrice MAE, non ho nemmeno la specialistica, ho solo vinto il bando Colgate di Ca' Foscari (praticamente un equivalente della borsa Fullbright). Non ho la minima intenzione di rimanere anche se ce ne fosse la possibilità, non mi piacciono la società, lo stile di vita né la mentalità americane. In ogni caso, la maggior parte di quelli che conosco che sono riusciti a rimanere hanno fatto qui il PhD, che dura almeno 6 anni e ti dà quanto meno la possibilità di guardarti intorno e fare colloqui in varie università. L'ostacolo principale è trovare una scuola o università disposta a fare da sponsor e pagarti tutta la procedura per il visto.... l'alternativa resta sempre quella di sposarsi un'americana!!!
      In bocca al lupo!

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