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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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Upstate Update #12 - Dentro e intorno alla Mela



C'è lo skyline da cartolina che ti spunta dal tunnel e quasi non te lo aspetti.
C'è un ultimo tramonto dietro il ponte di Brooklyn, col Pier 17 proprio lì sotto.
C'è un numero di telefono su ogni camion "chiama e di' al mio capo come guido"... sulle autostrade italiane no?
C'è un "vagabond king with a styrofoam crown", no ce ne sono tanti e ognuno con una storia diversa e con la stessa rassegnazione. C'è il "Pretzel man wearing Gucci glasses" con il banco a pochi passi dal fumo che esce dal marciapiede.
C'è l'autostrada che si fa chiamare Turnpike o Parkway e vuole fingere di essere un giardino, perciò guai a te se non sai a quale collina uscire per far benzina, le indicazioni non te lo diranno.
Ci sono le stazioni della metro coperte di mosaici, uno racconta una favola mentre l'altro esalta i valori della famiglia.
Ci sono i suonatori di strada che si esibiscono davanti a una giuria per guadagnarsi il posto nelle stazioni più frequentate. C'è il suonatore che ti commuove con la sua versione dell'"Hallelujah" di Cohen, il gruppo di mendicanti che canta a cappella e poi c'è il mendicante che ha bisogno di soldi ma non sa cantare né suonare.
C'è il prete della chiesa battista che accoglie tutti, perché "non importa se non credete in Dio, Dio crede in voi".
C'è il signore di Asbury Park che vive della cassa integrazione ma nonostante tutto dà qualche moneta al mendicante che vuole comprare un biglietto perché "non ho perso la speranza che quei soldi li usi un giorno per tornare a casa, invece che per l'ennesima bottiglia."
C'è una città devastata da mille vicissitudini, che pochi mesi fa aveva dieci metri di sabbia a lato della strada, e che adesso ha ripulito tutto e ricostruito la passerella in riva all'oceano.
C'è la signora di quasi 80 anni la cui casa è stata letteralmente strappata dalle fondamenta dall'uragano, ma ciò nonostante si avventura claudicante tra le macerie perché non si rassegna a perdere i ricordi di una vita, le foto della madre. E c'è una città prostrata che ciò nonostante raccoglie i soldi necessari a ricostruire quella casa.
C'è il signore che ha perso il figlio nelle Torri Gemelle, la casa dopo che un aereo ci si è schiantato pochi mesi dopo l'11/9, il negozio fronte oceano dopo l'uragano. E ciò nonostante, ci crede ancora perché "it's not me, it's not you, it's us."
C'è una signora che si commuove quando le regalo la mia tessera della metropolitana perché sto partendo e non la userò più, "nessuno è mai stato così gentile." E quando mi abbraccia, penso che la vita di qualcuno è decisamente dura.
Ci sono odori, sapori, colori che restano impressi nei ricordi. C'è tutto quello che di buono mi porto via da quest'anno, c'è tutto quello che ho imparato.
La fiducia nel futuro, a volte anche ingenua, di chi continua a crederci nonostante tutto. Perché a crederci, mal che vada ci si sbaglia. L'orgoglio e la tracotanza di un Paese che, dopo un attacco senza precedenti, ricostruisce due torri ancora più alte - provate ad abbatterci, adesso.
La generosità, l'umanità, la voglia di essere gentili senza un secondo fine, nemmeno quello di sentirsi bene con se stessi.
La freschezza di pensiero, l' "Oh My God, that's so cool!" che ho sentito un miliardo di volte ed è stata la prima frase che mi è stata rivolta in aeroporto, tipica espressione di chi guarda il mondo con ingenuità e non si fascia la testa manco dopo essersela rotta.
C'è tanta speranza, in ogni piccola cosa fino a quelle più grandi. Speranza soprattutto di poter vedere quel "Beautiful World" che Jon vede in ogni sua canzone.
C'è tutto quello che mi mancherà, ma quello già lo sapevo.
Arrivederci a New York, arrivederci al New Jersey. A presto - spero.



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