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1 su 3 mesi negli USA: i trasporti


L'America - e qui sì, mi sento di generalizzare - non è stata costruita per le persone, ma per le macchine.
Specialmente quando si esce dalle città principali, l'auto è l'unico mezzo di trasporto a disposizione, anche in uno stato "green" come la California.
A questo proposito, sono rimasta sconvolta all'arrivo a Los Angeles: l'autista della navetta ci ha avvisati che a partire da agosto non trasporteranno più clienti con bagagli più grandi di un trolley. Perché? Perché l'aeroporto ha stabilito che da agosto in poi avranno accesso all'aeroporto solo autobus e navette diesel, a metano o elettrici; delle due ditte che forniscono il servizio navetta, una ha dichiarato il fallimento e l'altra - la nostra - ha acquistato una flotta di pulmini elettrici molto più piccoli di quelli attuali.
Bici e monociclo
Ora, a livello teorico il provvedimento è molto green in partenza; ma costringerà persone come me ad arrivare in aeroporto con la macchina o col taxi, perciò cos'hanno risolto? Nulla. In Italia ci saremmo aspettati una soluzione alternativa, un servizio navetta pubblico per esempio, ma in California è tutto normale, lo stato non deve intervenire in questioni del genere.
E così ci ritroviamo con autostrade a cinque corsie che procedono a passo d'uomo, esattamente come avete visto in "La-la-land," girato proprio qui.
I taxi esistono, ma sono molto più comuni Uber e Lyft, con tutte le preoccupazioni del caso quando ad utilizzarli sono donne sole, soprattutto di notte: ci sono quotidiane storie agghiaccianti di stupri e violenze varie.
E il trasporto pubblico? Abbiamo preso il treno per andare a San Diego, e il comfort è simile a un Italo o Freccia in Italia, con la differenza che si possono ancora acquistare biglietti senza il posto riservato, perciò da un certo punto in poi c'era gente in piedi e seduta in corridoio, come ai vecchi tempi in Italia (o come nei treni regionali ancora oggi!).
Ho preso l'autobus una volta, per andare a comprare la bicicletta. Intanto, tutti gli autobus hanno una rastrelliera davanti, dove poter collocare la bici se serve; poi, si sale solo davanti e si paga il biglietto al momento, oppure si scansiona la tessera dell'abbonamento. Per prenotare la fermata bisogna tirare un cordoncino che corre lungo tutto l'autobus, e per scendere bisogna mettere il piede sullo scalino altrimenti la porta non si apre (rendendo praticamente impossibile la salita da quella porta). Se serve la pedana per le sedie a rotelle, viene fatta scendere dalla porta davanti.
Ciò detto, la differenza sostanziale che ho notato sull'autobus è che chi lo usa è solitamente individuabile per età o status sociale: troppo giovane, troppo anziano, o troppo infermo per guidare la macchina; non abbastanza benestante da avere una macchina, ma non così povero da non poter pagare il biglietto dell'autobus.
Come detto, il mio tragitto in autobus mi ha portata ad acquistare la bici che ho ribattezzato "BoliDiamond," in un negozio / officina dove riparano vecchie biciclette e poi le rivendono a gente come me. Da lì ho affrontato il primo tragitto in bicicletta, 45 minuti circa fino a casa. Per andare in bici qui ci vuole coraggio!
Ci sono piste ciclabili? Sì, ma sono poche quelle separate fisicamente dalla strada; la maggior parte sono semplicemente pitturate sulle corsie, e in alcuni casi le bici possono "utilizzare l'intera corsia" pregando tutti i Santi del Paradiso che nessuna macchina le travolga! Nelle superstrade a volte la pista ciclabile è pitturata di verde per essere più visibile, ed è in mezzo alle corsie di macchine... in piena sicurezza insomma! Inutile dire che, da brava italiana, corro sul marciapiede il più delle volte!
E non è che la situazione sia molto più favorevole, sui marciapiedi. Ci sono intere zone residenziali dove i marciapiedi non sono larghi abbastanza non solo per me in bicicletta, ma neanche per mamme col passeggino o persone in sedia a rotelle! In poche parole, nessuno cammina qui (in una città dove la temperatura oscilla tra i 17 e i 25 gradi tutto l'anno).
Luna e BoliDiamond
Una sera siamo usciti per andare a piedi a un ristorante, e mi sono resa conto che le vetrine dei negozi non sono decorate, e addirittura molte non hanno neanche il nome dell'attività, o è piccolissimo in un angolo. Perché? Perché nessuno cammina, perciò nessuno vedrebbe quelle decorazioni o quei nomi dalle macchine. Se c'è qualche insegna, è abbastanza grande da essere vista dalla macchina, e l'ingresso principale delle attività e dei ristoranti dà sul parcheggio.
Perfino gli attraversamenti pedonali non sono automatici: se è rosso per le macchine, non scatta il verde per i pedoni a meno che qualcuno non lo richieda premendo il pulsante; le macchine possono sempre svoltare a destra, anche col semaforo rosso... in definitiva bisogna avere mille occhi quando si è pedoni o ciclisti!





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