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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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(Racconto) Un rumore, uno solo

Un rumore, uno solo. Che potesse spazzare via l'aria cupa, riaccendere la notte di nuova vita, perché la notte crea fantasmi e paure. Anche da piccola ho sempre avuto paura del buio, pensò. È l'attesa di ciò che non vediamo ma che sappiamo c'è, a farci paura. O forse è paura di restare soli e doversi ascoltare. Brutta bestia, la solitudine. Ma bisogna accendere la luce, no? Ecco che tutto si risolve. Ma forse rischiara solo in parte, forse l’interruttore non so neanche dov'è. Ecco che ritorna la paura. Ma basterebbe un rumore, uno solo, per far capire che la vita fuori di te continua, per capire che non sei tu quella che gli altri stanno guardando O forse sì, se il rumore è il passo dell'uomo nero, se è lui che viene a prenderti. Merda, sto sclerando. Così non va, respira a fondo Meggie.
Inspira, espira.
Inspira, espira.
Il respiro affannoso non ti porta nulla di buono. È amico del silenzio, e il silenzio porta fantasmi e paure perché è compagno della notte. No, così non va. Sto sudando.
Inspira, espira.
Inspira, espira.
Neanche la luna ha il coraggio di uscire fuori, brutta codarda. E lo so io cosa vuol dire essere codardi. Dio se lo so. Perché, esiste un dio? Beh, vorrei tanto conoscerlo, se esiste, così gli faccio i miei complimenti. Mi ha fatta proprio bene. Famiglia ricca, vita felice. Poche ambizioni, troppe illusioni. E il sogno dell'amore. Perché non mi ha fatto lesbica? Magari era lo stesso, chi lo sa. O magari no. Di certo l'avrei scoperto troppo tardi. Un'occasione persa, una di più. Per tutta la vita, in ogni fottuta vicenda di quegli sporchi ventitré anni, non era mai arrivata al momento giusto, mai. Sono pure nata troppo presto, era destino. Destino. È lui al di là di ogni cosa, governa tutto e tutto decide, non parla mai e colpisce basso. Ma far guerra con lui è come perdere in partenza. E c'è di peggio che non puoi prendertela, non ti resta neanche questo. Perché mica è colpa di qualcuno. "Colpa del destino", un'alzata di spalle e il gioco è fatto. Ma non posso picchiare nessuno, e non posso appoggiarmi a qualcosa. Lui deve mantenere l'equilibrio, deve tenere in piedi questo mondo di merda. Per questo è abitudinario, ripete sempre la stessa storia. Peccato che in mezzo ci sia anch'io. Se solo ci fosse anche lui. Ecco, un record. Cinque minuti senza che venisse fuori lui.
Inspira, espira.
Inspira, espira.
Lui non c'è e non ci sarà. Fanne a meno. Ma del dolore no, non se ne può fare a meno. E parte da dentro, parte da lì. Allora niente più false lacrime, niente più ricordi leggeri. Le lacrime sono quanto mai vere, i ricordi troppo pesanti. Lacrime che diventano urla, ricordi che sono mattoni. E di mattoni è fatto il tuo muro. Ma ovunque attorno a te c'è il suo odore, il suo volto, il suo sorriso. Tutto ciò che non è più. E se abbracci la sua ombra, ciò che afferri è solo te stessa. Ma se tu non sai stare in piedi, poi finisce che precipiti e non impari mai a volare. E cade tutto con te. Lui non c'è, impara a farne a meno. Quante volte l'ho ripetuto, in sei mesi? E l'avessi mai capito. L'avessi mai imparato. Se solo.. se solo cosa?? Se solo fossi diversa, ma non si può. Non me ne posso fregare. Come fosse stato niente. È stato tutto, ecco che c'è. C'è che non arrivo mai al momento giusto. Ad arrivar prima, l'avrei preso in tempo. Ad arrivar dopo magari neanche mi guardava. Perché già stava con lei. "Già"? "Ancora" dovrei dire. "Lei"? "Puttana" forse sarebbe più adatto. O mio Dio. Calmati.
Inspira, espira.
Inspira, espira.
Forse ero io troppo debole, forse lui troppo insicuro. Non so, non lo posso sapere. Stargli accanto quei mesi, senza sapere se per lui è lo stesso, se è così che batte il suo cuore. Questo non lo so chi lo sopporta. E dover credere alle sue parole, ma la luce nei suoi occhi ha un colore diverso. Allora la coscienza, quella è meglio che stia zitta. Sennò te lo dice, che lui non lo pensa davvero.Devastante. È così tremendamente devastante. Arrivare di colpo nella sua vita, quando si stavano mollando. Pessima scelta, momento sbagliato. E innamorarsene quando lui pensava all'altra. Pessima scelta. Aspettare il tempo che ci sarebbe voluto, lasciargli il tempo di riprendersi. E innamorarsene di più. Oddio perché. Perché.
Inspira, espira.
Inspira, espira.
Baciarlo, poi. E quel che è peggio, credere che questa fosse la soluzione. Pensare soluzione ciò che soluzione non è. Pensare che un abbraccio, un abbraccio forte possa rassicurare lui e pure te. Ma il suo abbraccio è timido, la sua stretta poco convinta. E tu fai finta di niente. E passare il tempo a sperare che chiami, a guardare la tv perché se ci sono interferenze magari è il cellulare che sta per suonare.Che scema, erano solo interferenze. Il cellulare è muto, e il silenzio fa compagnia alla notte. E così ti crei fantasmi e paure, ma chi te lo impedisce? Chissà a chi sta pensando. Magari pensa a lei, e magari lei pensa a lui. E io qui ad aspettare le interferenze. Forse non mi ama più, forse pensa di tornare da lei. E io di chiederglielo non ho il coraggio. Perché se accendo la luce e c'è l'uomo nero per davvero, allora so che è finita. Meglio l'incertezza, tanto alla fine preferirà me. Come no. Puttana. Che puttana. Me l'ha portato via, e lui s'è fatto portare via.
Inspira, espira.
Inspira, espira.
Io ce l'avrei fatta. L'avrei convinto che ero quella giusta. Se solo non fosse tornata lei. Certo, che ci vuoi fare? Dopo due anni che erano stati insieme, sei mesi con me li butti nel cesso. E così la mia vita. Oggi sarebbe un anno. Proprio oggi, proprio qui. Ma lui non c'è, devo farne a meno. E il dolore e il silenzio mi stringono l'anima, Dio mio quanto fa male. È sparito nel nulla, giusto il tempo di dirmi che tornava da lei. Brutto codardo. Stronzo quanto vuoi, ma odiarlo non posso. Perché è il destino che l'ha guidato, lui mi amava. Lui mi amava. E adesso non c'è. Devo farne a meno. Ma come si fa? Come?
Inspira, espira.
Inspira, espira.
Un motivo c'è, per tutto questo. Certo. Peccato che nessuno sappia qual è. Ah, ma io mica aspetto che me lo dicano. La soluzione ce l'ho, perché lui qui non c'è. La notte dura troppo. Devo solo calmarmi.
Inspira, espira.
Inspira, espira.
E chiudere gli occhi. E sapere che va bene. Sapere che valgo. Me lo diceva anche lui. Ma lui non c'eri, e ne devo fare a meno. Addio anima mia. Io lo amavo. Lo amo ancora. Ti amo Jack, mi puoi sentire? Mi puoi sentire amore mio? Oddio. Dio mio.
Bang.
Un rumore, uno solo, squarciò la notte, spazzò via l'aria cupa, risvegliò la natura. Un rumore, uno solo. E come un richiamo, lui arriva neanche l'avesse sentito. Lui che arriva, lui che vede, lui non sa.Perché se addio doveva essere, addio sarebbe stato, ma come lui voleva. Perché tumore non si può dire, tumore fa paura, tumore fa soffrire. E lei così vicina, lei che già l'aveva guarito, da un amore trascinato troppo a lungo. Capitare nella sua vita, quando era così fragile e così delicata. Pessima scelta, momento sbagliato. E sparire nel nulla, quando lei era innamorata più che mai. Pessima scelta, ancora di più se si può. Ma il destino aveva deciso, solo suo era il potere. Non c'era stata altra scelta, nient'altro da fare. E come imporle anche quello? Come, dopo averle imposto di essergli vicino, di saper sopportare ciò che chiunque altro non avrebbe sopportato, di guarire col suo sorriso la disillusione di un amore finito? Quel sorriso che lo tormentava, quel volto che ritornava ovunque, nei luoghi, nelle strade, negli odori e nei volti di quel loro amore, così breve e così intenso. Sarebbe durato, sarebbe bastato un attimo in più per abbracciare l'eternità. Ma se il dolore non lascia scampo, meno ancora ne lascia la malattia. E quel male così grande e così invisibile aveva preso possesso di lui, e la vita cambiava. Cambiavano i suoi occhi, quando diceva Ti amo, perché se può essere l’ultima volta, il fiato per dirlo quasi ti manca. E manca il coraggio di dirle perché, perché quel tono, perché quella luce. E se non lo dici, il silenzio ti crea fantasmi e paure. Paura di non poterla più vedere, paura di farle del male, paura di toglierle il sorriso, ma il suo sorriso è tutto ciò che ti resta. E la paura porta a scelte estreme. Perché lei dovrà odiare. Ma piuttosto che odi il destino -perché contro di lui è partita persa-, allora meglio che odi te. Meglio che ti chiami bastardo, meglio che abbia una foto da strappare, un dolore da urlare, un nome da dare a quel dolore. Perché forse, se glielo dai tu, quel dolore può passare. Forse. Meglio dirle che torni al passato, che torni dall'altra, e che non è colpa di nessuno. Aggiungi anche questo, poi sparisci. A chi sia costato di più, tu dirlo non sai. Ma sai che a te è costato. Ed è costata quella stanza d'ospedale, quel muro bianco e freddo in cui i suoi occhi si riflettevano ancora, e il suo volto nei tuoi sogni. Non sai come, pensando a lei hai lottato, pensando a lei che potesse essere felice. E invece sei guarito. Non importa come, adesso ne sei fuori. Regredito. Il tumore è regredito. E se lui se ne va, tu torni. Ma non da lei, bastardo così non puoi esserlo sul serio. Torni a vedere un luogo in più che ti parli di voi. Il fienile abbandonato. Un anno fa un nuovo sentimento, un anno fa una nuova emozione. Il ricordo di lei è ormai dovunque.Ecco lui che giunge, ecco lui che entra, ecco lui che vede. E la luce del giorno porta luce in lui. Ecco lui che comprende. Ecco che sa cosa ha fatto, ecco che sente a che punto è arrivato. Ed è proprio lei, lì, che sorride nella morte al destino beffardo. Perché ancora una volta ha scelto il momento sbagliato. Lui è lì, non deve più farne a meno. Troppo tardi lui è lì, troppo tardi capisce. Ma il giorno che viene porta luce nuova, spazza via l'aria cupa e accende nuovi colori. E chiara come la luce, la scelta è una sola.
Bang.
Un rumore, uno solo, aveva dato l'addio alla notte, e un rumore, uno solo, saluta il giorno, accoglie la luce e spazza via le tenebre. Ecco che allora il cuore di Jack batte dello stesso battito di quello di Meggie. Finalmente due cuori, ma un solo battito, un solo rumore. Un rumore, uno solo.Un rumore, uno solo.

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