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I racconti, i sogni, le speranze, i pensieri.. di tutto un po', per chi crede che Someday I'll be Saturday Night!

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DdV 20 - Appartenenza

Fuori sono -20°, ottima ragione per non uscire, e in internet mi guardo le ultime puntate di "Che tempo che fa" dall'Italia tutte incentrate sulla Fiat e sul referendum-ricatto. Per risollevarmi il morale apro poi una cartella sempre presente nella mia mail, si chiama "Dialoghi" e raccoglie tutte le mail più interessanti e letterariamente più stimolanti che io e altri abbiamo scritto nel corso degli anni. La apro con un intento preciso, quello di andare a leggere le mail che scrivevo a 17 anni, piene di "x" e "k" e piene di entusiasmo, rabbia ed energia per i miei primi incontri con il mondo.

Non manca molto al mio rientro in Italia e sto facendo una specie di bilancio di questi mesi qui, e ripenso ancora a quel primo viaggio a Londra. Al ritorno dal quale chiedevo ad un amico: "Dimmi, può esistere il "mal d'Inghilterra"? Sì perchè ho sempre sentito parlare del "mal d'Africa", ma quello che provo ci assomiglia da morire! E' stata una vacanza-ma prima di tutto un'esperienza di vita- davvero stupenda ed entusiasmante." E lui mi rispondeva che sì, può esistere il "mal" di tutto, ovvero il "mal di situazione", la nostalgia di quei luoghi e quei momenti che difficilmente torneranno. Dieci anni dopo so per certo che non mi prenderà il "mal di Toronto", perché per quanto apprezzi quest'esperienza e quello che mi ha dato, non rimpiangerò questi luoghi e questa vita frenetica (ma rimando ad un altro post l'elenco di ciò che mi mancherà e di ciò che non mi mancherà). E non mi prende il "mal d'Italia", nonostante mi manchino gli affetti e alle volte i luoghi, perché so di non appartenere nemmeno alla mia patria. Ecco, proprio questo è il verbo giusto: appartenere. Voglio trovare qualcosa o qualcuno a cui appartenere. E' qualcosa che vedi spesso in giro, in chi ti parla di un luogo caro o di una persona amata: c'è una luce diversa negli occhi, un entusiasmo tutto speciale nel tono di voce di chi ti parla di ciò a cui appartiene. C'è chi ha il "mal di Colombia" e con sguardo perso nel vuoto ti descrive la difficoltà a respirare per l'aria rarefatta e la mancanza di stagioni; c'è chi ha il "mal d'Italia" pur non essendoci quasi mai stato, e puoi quasi visualizzare l'immagine delle campagne sterminate e degli uliveti; c'è chi parla così della persona amata, e poco importa dov'è nel mondo, sa di appartenere a quella persona soltanto e di essere a casa ovunque si trovino. E ho visto il "mal d'Europa", la saudade brasiliana, e tanti altri mali di situazione. Ma ancora devo trovare un luogo di cui parlare così, e sono fortemente determinata a cercarlo. Intanto posso dire di essere felice di aver vissuto pienamente quest'esperienza, nel senso che mentre alcune volte le cose accadono troppo velocemente per esserne coscienti, in questi mesi ho assaporato ogni istante nel momento stesso in cui l'ho vissuto. E senza quasi accorgermene ho accumulato esperienza nel mio campo che sarà preziosissima in futuro. Perciò sono in definitiva contenta di quello che ho ottenuto a livello personale e proseguo la mia ricerca, passando a casa per un pit-stop.

3 commenti:

  1. E noi ti aspettiamo, in questa sempre più povera Italia, che senza di te è un po' peggiore...
    Io ti auguro di trovare una persona a cui appartenere, testa cuore corpo, tutta intera, e ricambiata.

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  2. Il Mal che cerchi mi ricorda tanto quella voglia continua di nuovo, di viaggio, di appartenenza a sè stessi (non intesa come solo a sè stessi, ma proprio come sensazione di stretto legame al proprio corpo, emozione spaziale e non astratta_ come un respiro lungo quanto il mondo all'equatore dagli occhi chiusi e che si ripete in ogni minuto vissuto nel pieno possesso del proprio momento, in quel posto ed in quell'istante, nel proprio corpo - e per nulla volerne uno diverso: per la meravigliosa assuefazione nell'aver respirato e posseduto il mondo intero, in meno di un attimo, in un respiro), quella voglia che fa sempre e solo che aumentare. Per quanto tu possa essere felice, ottenere ciò per cui hai sudato, la voglia di quel senso di cazzotto sullo stomaco, di nostalgia, di lasciare indietro cose che sai vorrai riavere per tutta la vita .. quella voglia l'avrai sempre_ è la nostra estrema necessità di voler vivere nell'eternità. Se non altro con lo stomaco.

    è da una decina d'anni che non ci sentiamo Luna, credo sia la prima cosa utile che trovo in facebook.

    Leo

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  3. Che bello ritrovarti Leo, inutile dirti che parte di quelle email piene di x e k sono quelle indirizzate a te ai tempi di Jack Folla!
    Condivido in pieno, è una voglia che non ti lascia mai, ed è bello sapere che non sono la sola a sentirla! Mi fa un piacere immenso vedere che gli anni passano, ma lo spirito non cambia.
    Un abbraccio, spero troverai il tempo di leggermi ancora, di tanto in tanto.

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